venerdì 27 marzo 2009

Aspettando l'ultima cucina

Tanto per fare un po' di Storia, un po' di cultura del design e diciamola tutta, per gustare un po' qualche sogno a occhi aperti, attendendo trepidanti aprile con l'ultima, grande novità di Snaidero, propongo intanto un percorso degustativo tra alcune cucine Snaidero che abbiamo imparato a conoscere in questi anni.

Non solo design, non solo funzionalità, non solo ottimi materiali: Snaidero è una delle aziende più all'avanguardia nel settore cucine made in Italy. Dal 1946 infatti, Snaidero è sulla cresta dell'onda di questa fetta di mercato, avendo proposto modelli e idee di cucina sempre in linea e anzi talvolta anticipando le tendenze, interpretando sogni e desideri della gente.

Snaidero ha sviluppato negli ultimi anni anche un vero e proprio laboratorio di idee, il Rino Snaidero Scientific Foundation, con radici in tutto il mondo e collegamenti con università e centri di ricerca, per progettare cucine sempre più adatte a rispondere alle diversissime esigenze abitative non solo dei consumatori, ma anche dell'ambiente che ci circonda.

Snaidero è stata capace in questi decenni, anche grazie all'apporto artistico e immancabile di grandi nomi del design, di creare cucine uniche nel loro genere: dallo stile classico al contemporaneo, Snaidero ha messo la sua inconfondibile impronta fin nei più piccoli dettagli delle sue cucine.

Solo per fare qualche esempio: Venus è una cucina unica nel suo genere; la sua forma la rende un'alcova di passione, i suoi colori accendono di espressività e istinto il genio di chi la vive. Una cucina nata per innescare nuove storie, essere scenografia di avventure casalinghe inedite. In poche parole Venus è nata per le nuove generazioni di romantici sognatori, calati però nella realtà, pratica e sanguigna.


La celeberrima Skyline è stata progettata appositamente per i giovani: l'unione tra living e cucina, le ali e le curve ergonomiche, i cestelli pratici e girevoli in acciaio inox, l'isola multiuso, sono solo alcuni degli aspetti che rendono questa cucina un rifugio ideale per menti intraprendenti e molto easy, che hanno poco tempo nella maggior parte dei casi, ma che quando ne hanno di più lo vogliono spendere bene, soprattutto se in compagnia di amici e ospiti.


Florence è un esempio di tradizione e modernità, l'unione tra due mondi epocali completamente diversi, il viaggio nella storia del mobile con fulmineo ritorno al futuro: tradizione rinascimentale e contemporaneità, nelle linee sobrie e pulite, nella raffinatezza del legno utilizzata per esigenze tutte moderne, sottolineate dalle maniglie in cromo satinato.


Idea è la cucina appunto "ideale" per le donne in carriera: eleganza, superiorità dei materiali, essenzialità, minimalismo. Il design unico della sua cappa, il top in granito, la lucentezza del laccato lucido bianco, in versione gelidamente ghiaccio. Il distacco, la freddezza, ma anche l'infinito fascino di una figura femminile in continuo evolversi, perfettamente capace di muoversi nel mondo del lavoro e della sfera personale.


Ecco cosa sono le cucine Snaidero. La rappresentazione delle nuove personalità di oggi, scolpite dal lavoro, dagli impegni, dagli affetti, plasmate da abitudini diverse, sempre in movimento, ritoccate da gusti tra i più disparati e da esigenze sempre più "esigenti". Snaidero le riesce a individuare tutte queste personalità, le osserva, le studia, le estrapola e (senza generalizzare preziose individualità che attraverso particolari, componibilità, personalizzazione e finiture di vasta scelta, possono comunque continuare a esprimersi in modo unico e originale) modella su ognuna di queste cucine perfette, pronte a tutto.

L'ispirazione di Snaidero è l'uomo, in quanto essere vivente. L'ispirazione di Snaidero è il punto di congiunzione tra carattere, personalità, mente, intelletto, cuore, emozioni. Ce lo aspettiamo anche nel nuovo progetto Orange e sicuramente non rimarremo delusi.

La cucina Orange mi ha chiamato dalla Snaidero...

...ovviamente per quanto la cucina Orange abbia una forte personalità non arriva al punto di telefonarmi! ;-)

Dopo aver dedicato un momento di riflessione all'argomento ho deciso di pubblicarne le immagini.

Eccola quindi:


Sulla nostra scheda prodotto molte informazioni in più su Orange.


Quando lunedì sera ho pubblicato il post sulla presentazione della cucina Orange pensavo ad un mio personale tributo al risultato di Snaidero in termini progettuali e produttivi. 

Mi ero posto anche uno scrupolo circa la pubblicazione di documentazione fotografica circa questo stupendo nuovo programma cucina prima che avvenisse la conferenza stampa di Snaidero in programma fra pochi giorni.

Ieri mi ha chiamato un dirigente Snaidero ringraziandomi di cuore per l'apprezzamento che mostravo nel mio intervento. Vi dico la verità...temevo addirittura che in Snaidero non avessero gradito la mia anteprima con la foto "sfuocata", una sorta di simpatico teaser sulla nuova cucina.
...e invece era proprio una telefonata di ringraziamento in cui mi spiegavano che per loro la presentazione ufficiale era proprio avvenuta a Majano lunedì scorso e che quindi Orange sarà da ora "sulla bocca di tutti", come è giusto che sia per un programma così innovativo.

Poi oggi la cara Olivia, co-autrice di questo blog, mi ha detto che proprio oggi in Snaidero sta avendo luogo una presentazione fatta ad hoc per i blogger che si occupano di arredamento...ed ecco che mi sono deciso a fare anch'io la mia presentazione ufficiale di Orange, finalmente sul sito Diotti A&F.

A presto quindi!

Se l'arte è uno specchio della realtà...

...allora forse i nostri progetti stanno diventando artistici! ;-)

Solo un cenno per aggiornarvi sull'evoluzione dei nostri servizi a 9 mesi dall'inizio del nostro processo di sviluppo.

L'immagine parla da sè...la cucina è una Florence di Snaidero Cucine.



A presto, con altre novità quindi!

lunedì 23 marzo 2009

Orange di Snaidero, cucina rivoluzionaria nella sua semplicità

Sono appena rientrato da Majano, provincia di Udine, cittadina che "ruota" tutta intorno alla sua azienda più importante, la Snaidero Cucine Spa.

Un gruppo selezionato di rivenditori Snaidero di tutto il mondo è stato invitato a Majano per la presentazione in anteprima della cucina Orange.

Premetto subito che abbiamo sì documentazione fotografica a disposizione ma, nonostante non ci sia stata richiesta in tal senso da parte di Snaidero, ho pensato di non pubblicarle fino a quando l'ing. Edi Snaidero non avrà tenuto la conferenza stampa di fine marzo presentando la cucina Orange ad istituzioni, giornalisti e grande pubblico: mi sembra giusto ricambiare l'ospitalità Snaidero con un minimo di riservatezza circa la loro nuova cucina, e questo vale anche per alcune strategie di comunicazione che non sarebbero valorizzate da un mio "riassuntino".


La presentazione.

Un evento organizzato in modo assolutamente magistrale. Un elegante banchetto con tutti i rivenditori ed agenti invitati, da tutta Italia e dall'estero, ovviamente con la dirigenza Snaidero, la proprietà con la famiglia Snaidero al gran completo, ed alcune personalità "eminenti" della regione Friuli, come il Presidente della Regione dott. Renzo Tondo e l'ing. Alessandro Calligaris, dell'omonima azienda di Manzano; è stato con mio immenso piacere che ho potuto scambiare proprio con l'ing. Calligaris qualche pensiero sul ruolo del web nel contesto in cui ci troviamo ad operare.
Una cena perfetta dal punto di vista culinario, allietata dal bravissimo Paolo Migone di Zelig, tenutasi in una cornice perfetta proprio all'interno della fabbrica.
La cena ovviamente è stata preliminare alla riunione del giorno successivo, incontro durante il quale sono state presentati nuovi presupposti del "nuovo corso" di Snaidero...ed è ovviamente stata presentata la cucina Orange, sia in termini descrittivi che direttamente con la visita dell'ampio show-room Snaidero.


La cucina Orange.

La mia opinione è molto semplice...mi è piaciuta molto! 
Orange non è solo una cucina, è un programma completo ed è un nuovo modo di fare cucina



Orange inserisce nuove modularità, non variazioni dello standard fini a se stesse bensì nuovi moduli e misure per cucine orientate all'ergonomia, alla capienza, all'economia, cucine più facili da traslocare.
Orange è una cucina tecnologica ed ecologica, che inserisce il concetto di multimedialità in cucina, ne sviluppa la convivialità e stimola comportamenti "sostenibili".
Orange offre tutta la Qualità a cui Snaidero ci ha abituato negli ultimi 60 anni, migliora anzi su alcuni particolari il già elevato standard e, nonostante questo, grazie ad un elaborato processo di ottimizzazione, riesce anzi ad avere costi inferiori con costi delle composizione veramente interessanti.
...e voi direte "non ho capito niente, voglio vedere le foto o leggere più dettagli!" ma, come dicevo sopra, è giusto che sia la Snaidero stessa a "svelare" il risultato di mesi di duro lavoro: da parte mia, per il momento, posso solo dirmi "conquistato" da Orange, come professionista certo, ma forse anche come consumatore! ;-)

-----------------------------------------------------------------------------------------------
Ringrazio quindi personalmente l'ing. Edi Snaidero che ci ha ospitato complimentandomi per la portata delle iniziative messe in atto.
Ci aggiorniamo quindi presto, ad inizio aprile, quando condivideremo con voi le grandi novità di Orange...non vedo l'ora :-)

Aggiornamento del 27-03...ora visibili le immagini della cucina Orange di Snaidero.

venerdì 20 marzo 2009

Amore a prima vista

Ogni arredo, soprattutto se progettato e creato con l'intento di unire la funzionalità al design, è di per sè bello e speciale.

Ma l'incontro perfetto tra un arredo e chi deciderà di possederlo in casa è come il colpo di fulmine tra due anime gemelle: unico, puntuale, irripetibile, imprevedibile. Uno sguardo ed è subito amore, tra due elementi che nel mondo sono stati creati appositamente per vivere insieme.

In parole molto più povere è l'eterno dilemma tra oggettività e gusto soggettivo: ogni cosa può ossere oggettivamente in un modo ed essere vista soggettivamente da ognuno in modo diverso. Soprattutto quando si parla di casa: è questo infatti il luogo in cui la personalità più intima di ogni persona si esprime appieno. E' in casa che c'è la verità; in casa ci sono pregi e difetti, vergogne e gioie. Scegliere un arredo quindi è un po' come scavare dentro se stessi e aprirsi a un nuovo amore, il quale comprenda tutto il significato del proprio io.

Il periodo che precede acquisti così importanti come gli arredi di un'abitazione, è ricco di pianificazione: cataloghi, pagine internet, schizzi, idee, appunti, disegni. Ma è anche, forse ancora più ricco, di indecisione. Le possibilità di scelta sono così tante, che spesso ci si perde dietro a questioni meramente pratiche o a convinzioni di gusto che poi non corrispondono a verità.

Tutto questo per dire che quando si progetta l'arredamento di una casa, tutto è lecito. O meglio: tutto è lecito al momento dell'acquisto.

Tutto questo per dire che nell'istante preciso in cui si sceglie, fisicamente, un arredo, un rivestimento, un colore o una forma, è lecito, anzi forse è necessario, cambiare idea.

Cambiare, stravolgere anche completamente quel che si è pensato fino a quel momento, capovolgere tutto ciò che si è progettato in tanti giorni, settimane persino mesi, per amore di un oggetto visto all'ultimo minuto utile. E magari non si tratta di un accessorio, ma di un intero stile d'arredo.

Dubbi, felicità, emozione, addirittura terrore, bloccano i pensieri e il battito del cuore. Sarà poi la scelta giusta? Spesso nemmeno la si intraprende, perchè i mesi passati a progettare sono più forti di tutto, anche di un sentimento viscerale come un amore. E in questo caso, a mio parere, si sbaglia.

L'istinto nello scegliere gli interni di una casa è quel pizzico di ignoto in più che rende misteriosi i motivi di una scelta, ma che nel contempo la trasforma in qualcosa non solo di possibile, ma anche di profondamente giusto.

I progetti, le idee, i dubbi, i ripensamenti, i disegni, i cataloghi, i mesi passati a pensare e creare, non sono inutili. Sono la base, perchè anche misure, praticità, prezzo e funzionalità sono fondamentali. Ma per una questione meramente estetica, per il fascino del bello, per appagare la nostra anima che vola come nel Fedro di Platone, l'istinto deve, deve, deve essere ascoltato.

Un umile consiglio, da chi si è lasciata appena travolgere, sconvolgendo ogni cosa proprio all'ultimo.

venerdì 13 marzo 2009

Lo stile cittadino in salotto

Gli stili d'arredamento sono la personalità oggettiva degli ambienti di una casa, sono la superficie d'impatto tramite cui si possono operare delle scelte di gusto; essi costituiscono le basi da poter combinare insieme per creare stili personali, originali e unici; dall'altra possono invece essere dei semplici specchi, modelli a cui ispirarsi totalmente e da imitare senza remore.

Un tempo, gli stili potevano essere semplicemente le abitudini di arredo di un certo momento storico-geografico, con suoi materiali e sue forme.
Oggi gli stili d'arredo nascono dalla combinazione di materiali innovativi, linee di ogni genere, colori sempre più azzardati; oggi gli stili d'arredo si sono moltiplicati e continuano a crescere, inglobando sempre nuove tendenze e creazioni originali di singole menti geniali, oltre a comprendere esigenze sempre più diversificate da parte dei consumatori.

Tra gli stili d'arredo di ultima generazione, può rientrare un certo carattere, che ricorda molto la visione nell'immaginario collettivo della città. Non una città in particolare, ma la città come status symbol, la città generica, la città come agglomerato caotico ma anche affascinante, di persone, attività e cose, la città come luogo di accadimenti straordinari, nel bene e nel male.

Lo stile cittadino è sobrio, lineare, regolare, spesso elegante, sicuramente un po' austero. Ricorda la linearità che la città vorrebbe e dovrebbe avere e che spesso non ha, ricorda la frenesia e la serietà di uomini e donne in carriera, ricorda l'ordine di una casa poco vissuta, perchè chi la abita ha continuamente altri impegni.

Lo stile cittadino mescola un po' di tristezza e commozione, forse nostalgia di una vita più comoda e tranquilla, ma testimonia anche l'intraprendenza e l'intelligenza di chi è capace di destreggiarsi in una jungla d'asfalto. Uno stile venato di malinconia, a volte neutro e indifferente, come i tanti passanti di un qualunque marciapiede, e ce lo dicono i suoi colori, tenui e sobri: bianco, beige, nero, grigio; soprattutto grigio: fumè, nebbia, fumo di Londra, appunto.

L'ambiente che si adatta meglio a questo stile è la zona giorno: salotto, soggiorno, living. Di notte, in privato, in camera da letto l'austera e professionale anima cittadina, può diventare morbida e soffice quanto desidera. Ma di giorno no.
Ecco perchè i principali protagonisti dello stile cittadino sono i divani: in tessuto o in pelle, l'importante è che le linee siano regolari e le proporzioni doverose.

Lodge è un esempio illuminante: imponente, severo, dalle precise linee squadrate, nero, grigio o bianco, con tante finiture disponibili per la struttura.
Anche Klaus è adatto allo stile cittadino: oltre ai colori e alle forme tipiche, è anche dotato di meccanismi di regolazione per sedute e schienali, per il fulmineo, ma profondo relax che si merita l'anima cittadina.


Itaca, soprattutto nella versione in pelle, è l'estremismo di questo stile: quasi un trono, dalle dimensioni dilatate, per caratterizzare lo status del professionista.


Anche Sivolo è stile cittadino: ha particolari originali, come le inclinazioni della linea dei braccioli, ma è sempre lineare, neutro ed estemamente elegante.


giovedì 5 marzo 2009

I passi in avanti del tavolino

Anche un semplice gesto, come quello di poggiare un libro, una rivista o un bicchiere, ha la sua importanza in una casa comoda, funzionale, bella da vivere.

Anche la semplice consapevolezza che lo sguardo su un ambiente di casa coglierà particolari impeccabili, è fondamentale.

Anche un semplice fiore in un bel vaso o un centrino fatto a mano dalla mamma o dalla nonna, può dare gioia e perfezione all'estetica di un salotto.

E' dalla concentrazione di questi desideri, dalla voglia di possedere ogni dettaglio in ordine, che nasce l'esigenza del tavolino da salotto: fratello minore del tavolo da pranzo, figlio e nipote di un certo stile classico d'arredo, il tavolino era la riproduzione fedele del tavolo grande, in dimensioni contenute. La sua posizione era rigorosamente davanti al divano, sopra il tappeto, prima di altre poltrone o sedute.

Qualcosa è rimasto uguale, ma qualcosa è anche cambiato: sono cambiate le forme, talvolta anche i materiali, persino le posizioni. Il tavolino non è più parente del tavolo da pranzo, il tavolino ha seguito un'evoluzione a sè stante, il tavolino ora ha un'anima tutta sua.

Ciò non toglie che gli amanti del retrò lo sceglieranno in stile classico e lo metteranno rigorosamente sopra il tappeto davanti al divano, e Plano Coffee può dare un'idea del modello in questione, perchè ci fa sentire una lontana eco del classicismo.



Ora però il tavolino non è più solo in legno, ma anche in vetro, in metallo, in laminato, addirittura in midollino, come Champagne, esotico, elegante ed esempio della possibile commistione che può inoltre crearsi tra tutti questi materiali.


































I tavolini si sono trasformati: non sono più soltanto rigidi e squadrati, non sono solamente rotondi oppure ovali, sono anche decisamente privi di forma e beatamente irregolari. Basta guardare questo tavolino della serie Bontempi: un compendio di eleganza e sobrietà, celebrate però da libertà e creatività.










































I tavolini davanti al divano poi possono raddoppiare, come succede a Ginger e Roger, che si completano l'uno con l'altro in questa forma apparentemente regolare, intrisa però di un'estrosa combinazione di linee.






















































Il tavolino poi ha messo le gambe e si è spostato! Non è più così scontato che la sua sistemazione sia davanti al divano: anche al suo fianco potrebbe essere una bella idea, come dimostra Eileen Gray, un pezzo della storia del design che testimonia il cambiamento di abitudini e di voglia di comodità; il tavolino a fianco del divano è più pratico di quello posto frontalmente!















































Il tavolino ha fatto davvero passi da gigante dunque, ma la domanda sorge spontanea: nel prossimo futuro, il tavolino.. dove andrà a finire?